Oggi conosciamo meglio Elisa del blog Elimeli. Com’è nato il blog, le cose speciali da mettere in valigia, il caos dei motorini in Vietnam… E poi sogni, esperienze ed emozioni in viaggio!
1. Ciao Elisa, e benvenuta su Touripp.it! Presentati brevemente ai nostri lettori.
Ciao a tutti i lettori di Touripp. Sono Elisa, la testa e la tastiera del blog Elimeli.
Ho 37 anni, sono pignola, curiosa e riservata. Sono una lettrice insaziabile e pretenziosa. Per lavoro mi occupo di Comunicazione; nel tempo libero amo correre, scrivere e viaggiare naturalmente. Amo viaggiare soprattutto in coppia, con il mio compagno Luca, colonna portante della mia vita e anche del blog (anche se è troppo modesto per ammetterlo!).
2. Raccontaci dell’esatto momento in cui hai pensato: “apro un blog di viaggi”! Da quando hai Elimeli, e cosa ti ha spinto in questo mondo?
La scrittura è stata mia grande amica da sempre, nella vita e in viaggio, ma è sempre stata una cosa che tenevo per me, senza condividerla con nessuno.
Poi nel 2017, quasi per gioco, mi sono iscritta un laboratorio di scrittura di viaggio.
Per la prima volta mi sono seduta a tavolino per scrivere qualcosa non solo per me stessa, ma per condividere il mio racconto ed entrare in contatto con l’altro tramite la scrittura. Qualcosa in me ha fatto clic.
Pochi giorni dopo quel laboratorio io e Luca siamo partiti per qualche giorno in Sicilia e i miei appunti di viaggio hanno cominciato a prendere nuova forma: ho cominciato a scrivere pensando che forse, un giorno, avrei potuto raccontare la nostra Sicilia tramite quegli appunti.
Così in me ha cominciato a formarsi l’idea di Elimeli, che mi sono finalmente decisa a pubblicare all’inizio del 2019.
3. Nel tuo blog dai tante info utili ai tuoi lettori; ci sveli quali sono i 5 oggetti che dovrebbero essere in qualsiasi valigia?
Cercherò di uscire dai “grandi classici” sull’abbigliamento e vi racconto 5 oggetti pratici di cui non posso fare a meno:
- nastro isolante, utile per chiudere tutte le creme solari e i cosmetici senza rischio di trovarli spanti fra i vestiti.
- 5 o 6 mollette per il bucato, per non dover più correre a riprendere costumi e magliette volate chissà dove dalla terrazza dell’albergo.
- giacca a vento, per evitare l’assideramento in aereo, soprattutto se si vola con le compagnie arabe!
- borsa di medicinali per tutte le evenienze – fino ad ora ha funzionato come atto scaramantico visto che non mi sono mai servite per fortuna!
- batteria di riserva per la fotocamera: è stata uno dei primi acquisti fatti al rientro dallo Sri Lanka, qualche anno fa, dopo che ci siamo trovati con la fotocamera spenta e i telefoni scarichi mentre visitavamo Dambulla. Un vero peccato.
4. Parliamo di cibo: lo consideri parte integrante del viaggio e della cultura che stai visitando? Qual è il piatto più buono assaggiato in viaggio?
Viaggiare mi ha fatta diventare molto curiosa sul cibo, penso che sia un modo per conoscere la cultura di ogni paese. Secondo me assaggiare cose di cui non si conoscono gli ingredienti è un modo per abbattere le barriere culturali e aprirsi con fiducia al diverso.
Il piatto più buono che ho mangiato? Ve ne dico uno, ma ce ne sarebbero molti altri: gli spring rolls vietnamiti sono qualcosa di incredibile. Ce ne sono di tutti i tipi, fritti, non fritti croccanti, morbidi, vegetariani, con la carne… tutti deliziosi.
5. Un libro/film/telefilm che ti ha spinto a viaggiare in qualche parte del mondo?
Non saprei sinceramente. Ci sono molte destinazioni che mi piacerebbe visitare grazie a qualche cosa che ho letto o a qualche film che ho visto… ma in molti di questi posti non sono ancora stata! Fra questi ci sono sicuramente la New York di cui ho letto nei libri di Henry Miller (anche se è famoso per certi aspetti dei suoi libri, in essi c’era anche molto altro!) e Bali: ho amato moltissimo il libro Mangia, prega, ama.
6. Descrivici le prime 3 parole che ti vengono in mente quando pensi a “viaggiare”.
Libertà, diversità, cambiamento.
- Libertà perché viaggiare ci libera soprattutto da noi stessi. Se siamo disposti a lasciarci andare, credo che il viaggio possa tirare fuori la nostra parte più autentica, lontana da preconcetti e abitudini.
- Diversità perché viaggiare è per definizione un modo per incontrare il diverso. Il viaggio ci permette di incontrare culture e valori anche molto distanti dal nostro modo di vivere quotidiano.
- Cambiamento è una conseguenza dei primi due. Lasciarsi “contaminare” dal viaggio e lasciare da parte le nostre abitudini secondo me produce inevitabilmente qualche cambiamento.
7. Durante i tuoi viaggi, qual è stato l’aneddoto più divertente/imbarazzante/tragi-comico…insomma, quello che suscita sempre risate quando lo racconti?
Una delle cose che funzionano sempre molto bene durante gli aperitivi fra amici sono i racconti su come e in quanti viaggiano su un motorino in Vietnam.
Papà, figlio davanti, moglie dietro con neonato in fasce. Persone con il cane davanti e la famiglia dietro. Famiglie che guidano affiancate e si parlano da un motorino all’altro. Ho visto bambini di nemmeno 12 anni guidare con assoluta disinvoltura uno scooter senza nemmeno riuscire a toccare con i piedi per terra. Con il fratellino piccolo in piedi davanti, ovviamente.
Sul motorino si trasportano mobili, pile di sacchetti con i pesci rossi, montagne di sgabelli accatastati uno sopra l’altro, ceste con galline e oche (in multipli di 5). Maiali legati dietro il sedile.
In Vietnam c’è un detto: “Sul motorino si può portare tutto. Anche una casa”. Ed è proprio così.
8. Se non ci fossero limiti di tempo e di soldi, quali sono i prossimi 3 viaggi che faresti?
Se potessi farei un lungo e lento viaggio in Asia, attraversando Buthan, sud della Cina, Birmania, Laos, Cambogia, Vietnam del sud, Malesia e Indonesia. Poi proseguirei risalendo il Giappone da sud a nord, in stile “Autostop con Buddha”. E se proprio potessi prolungare ancora il viaggio mi piacerebbe molto visitare la Cina antica e rurale.
9. Secondo te, cosa può fare un blogger nel suo piccolo per contribuire a rendere il nostro mondo più bello, sostenibile e rispettato?
Io sono convinta che non solo le persone abbiano bisogno di “storie”, ma che queste siano un modo per aprire la mente.
Mi piace pensare che raccontare la diversità, le sensazioni e i valori che un viaggio sa dare sia un modo per aprire le vedute, proprie e degli altri. Se il lettore si lascia anche solo incuriosire un po’ dai racconti dei blogger, allora abbiamo creato una piccola particella di cambiamento nel mondo.
10. Raccontaci del tuo viaggio più bello fatto fino a ora: facci sognare!
Questa è una domanda davvero difficile! Sono diversi, ma forse quello che ho vissuto con maggiore intensità fino ad ora è stato il viaggio in Vietnam dell’anno scorso.
È un paese che ha toccato profondamente il mio animo per molti aspetti. Il modo di vivere dei vietnamiti è molto legato alla loro cultura buddhista e questo si percepisce in un approccio “modesto” e nel grande valore che viene dato al concetto di collettività. Avremmo molto da imparare dalla loro filosofia di vita, per certi aspetti molto distante dalla competizione e dall’individualismo occidentale.
Le vicissitudini storiche hanno fatto inoltre dei vietnamiti una popolazione molto tenace e piena di risorse. Studio e lavoro sono valori molto radicati nel loro modo di vivere e trovo che anche in questo senso abbiano molto da insegnarci.
Ringraziamo Elisa per aver condiviso con noi le sue emozioni in viaggio! Puoi trovare Elimeli anche su Instagram e sugli altri social. E, se il racconto di Elisa ti ha ispirato… dai un’occhiata ai nostri tour in Vietnam!