Oggi siamo in compagnia di Elisa del blog Un viaggio infinite emozioni. Con lei parliamo di una sola, unica, inimitabile passione: quella per l’Artico e le temperature sotto zero!
1. Ciao Elisa, e benvenuta su Touripp.it! Presentati brevemente ai nostri lettori.
Grazie per avermi dedicato questo spazio sul vostro portale! Sono una fotografa e una scrittrice di viaggi, da sempre amante del freddo e di tutto ciò che si trova al di sopra del Circolo Polare Artico o al di sotto del Circolo Polare Antartico. Amo viaggiare, scoprire nuovi angoli di mondo a me sconosciuti e conoscere culture diverse dalla mia. Amo mettermi sempre in gioco e superare i miei limiti e questo mi ha portato ad ideare diversi progetti di vita, fotografici e di viaggio.
Dopo anni di viaggi nell’Artico e in giro per il Mondo ho sentito il bisogno di raccontare le nostre spedizioni nell’Artico e le nostre (dis)avventure nel Mondo attraverso fotografie e, soprattutto, racconti. Parole che, in preda alle emozioni, escono come un fiume in piena.
2. Raccontaci dell’esatto momento in cui hai pensato: “apro un blog di viaggi”! Da quando hai Un viaggio infinite emozioni, e cosa ti ha spinto in questo mondo?
Ho deciso di aprire il mio blog di viaggi e fotografia a metà 2016, un po’ spinta dalla voglia di raccontare e un po’ spinta dai tanti complimenti alle mie foto e alle mie parole ricevuti da altri viaggiatori. Inizialmente il mio unico intento era quello di condividere informazioni utili per gli altri viaggiatori, riuscire a farli emozionare attraverso le mie fotografie e spingerli a realizzare i propri sogni. Ci ho sempre lavorato tanto, ho studiato tanto e continuo tuttora a farlo frequentando corsi di scrittura e fotografia, con l’intento di migliorare sempre di più la qualità delle foto e dei testi che propongo.
Con il tempo è diventato un vero e proprio lavoro, raggiungendo buoni risultati sia in termini di qualità sia in termini di lettori sempre in crescita, in maniera organica e genuina, e ne vado molto fiera. Negli anni sono nate delle bellissime collaborazioni con agenzie, enti del turismo, famosi brand di abbigliamento tecnico/termico e altre attività legate al mondo del turismo e della fotografia che hanno riposto in me la loro fiducia.
Oggi Un viaggio infinite emozioni è un punto di riferimento per chi desidera conoscere l’Artico, la sua storia e i suoi abitanti. Si trova tra le prime posizioni di Google con tantissime parole chiave e sono molte le persone che mi scrivono per complimentarsi, definendo il mio blog una vera e propria enciclopedia artica.
Oggi lavora al blog anche il mio compagno di avventure e di vita, Luca Landoni, dedicandosi maggiormente alla parte fotografica. Negli anni la nostra esperienza ci ha portato a scrivere una guida di viaggi sulla Norvegia, a scrivere per tanti altri famosi portali e a realizzare due diversi progetti:
- Artico, un Mondo da proteggere oltre il Circolo Polare Artico: un progetto con il quale ci impegniamo a sensibilizzare la maggior parte delle persone sul tema del riscaldamento globale e dell’inquinamento e ci impegniamo ad informare e rendere più consapevoli i nostri lettori che intendono visitare questi posti.
- People of the Arctic: una raccolta di reportage con la quale raccontiamo la dura vita che svolgono gli abitanti dell’Artico, le loro tradizioni e la loro storia.
3. Sul blog hai un’intera sezione dedicata all’Artico e una dedicata ai viaggi on the road: da cosa è nata questa passione e cosa ti piace di più di questa modalità di viaggio?
La mia passione per l’Artico risale forse a quando sono nata, l’ho sempre avuta nel sangue! Fin da quando ero bambina sono sempre stata attratta da tutto ciò che è freddo e ghiacciato, da questi luoghi così inospitali e remoti. I miei amici guardavano i cartoni animati, io invece guardavo qualsiasi tipo di documentario o programma che parlava dell’Artico. Crescendo ho iniziato a documentarmi seriamente, a studiare l’Artico, la sua fauna e i suoi abitanti aumentando sempre di più il mio desiderio di partire alla scoperta di questo angolo ai confini del mondo. Galeotto fu un documentario sulla Lapponia e sull’Aurora Boreale che vidi quando andavo ancora a scuola. Fu amore a prima vista!
Il mio primo viaggio nell’Artico è stato tanti, tantissimi, anni fa in Lapponia, una terra che amo e che ormai è diventata la mia seconda casa. Avevo creato un itinerario all’altezza dei tanti sogni che avevo e sono partita. Fin dal primo istante in cui appoggiai i piedi sul suolo lappone ebbi la possibilità di ammirare paesaggi fiabeschi e di entrare a contatto con una cultura tanto complessa quanto meravigliosa, quella del popolo Sami. Negli anni ho trascorso davvero tanto tempo con loro e ho scoperto in loro una cultura forte, orgogliosa e un forte senso di appartenenza alla loro terra e alla natura.
Da allora ho viaggiato tantissime volte in Lapponia, girandola in lungo e in largo, ho visitato villaggi di pescatori in Groenlandia e alle Lofoten, ho vissuto con i nomadi Nenets in Siberia, sono stata tante volte in Islanda, alle Faroe, ho percorso centinaia di chilometri nel Deserto Artico e ho preso parte a diverse spedizioni alle Svalbard. Mi sono spinta sempre più a Nord, fino a raggiungere e superare l’80° parallelo, a pochi passi dal Polo Nord.
I viaggi on the road sono la modalità che più amo per visitare gli angoli più remoti dell’Artico, ove possibile, e per spingermi sulle rotte meno frequentate dai turisti quando viaggio nel resto del mondo. Viaggiare on the road permette di vivere fino in fondo le emozioni che un viaggio può regalare, angolo dopo angolo, curva dopo curva. È incredibile il senso di libertà che la strada è in grado di donarti.
Puoi fermarti dove vuoi, quanto vuoi, senza limiti di tempo. Puoi decidere il tuo itinerario giorno dopo giorno lasciandoti trasportare dalle emozioni, improvvisando, e questo è il lato che più amo dei miei viaggi.
4. Parliamo di cibo: lo consideri parte integrante del viaggio e della cultura che stai visitando? Qual è il piatto più buono assaggiato in viaggio?
Certamente, è il modo migliore per conoscere la cultura di un popolo e le loro tradizioni. Prima di partire non posso non documentarmi sui piatti tipici del luogo in cui sto per recarmi, sui locali più tradizionali dove poterli assaggiare e, una volta sul posto, mi faccio dare qualche consiglio direttamente dai locals.
Durante la mia ultima spedizione nell’Artico, dai Nenets in Siberia, mi sono resa conto di quanto sia importante per loro la renna. Questo animale viene utilizzato per il trasporto, per le pelli con cui fabbricano i loro chum (le loro tende) e i loro abiti, per le ossa e le corna con cui fabbricano i loro utensili e parte delle slitte e, infine, è la loro principale pietanza. Viene cucinata in tutti i modi e viene servita insieme a tutto, dalla pasta alla minestra, a tutte le ore del giorno. Lassù quando le temperature esterne sono davvero estreme è fondamentale alimentarsi correttamente per poter affrontare le dure giornate lavorative.
Alle Lofoten ho avuto modo di osservare quanto il merluzzo sia sempre stato fondamentale per queste isole e quanto lo è tuttora. Ho avuto la fortuna di soggiornare in diverse rorbuer, le antiche case che un tempo ospitavano i pescatori impegnati nella stagione di pesca durante l’inverno, e di assaggiare il baccalà più buono mai mangiato prima. E se lo dico io che solitamente non mangio pesce, potete credermi!
In Lapponia invece tutte le pietanze tradizionali sono cucinate utilizzando solamente i prodotti locali offerti dalla foresta lappone, come funghi, mirtilli, bacche artiche, licheni oppure utilizzando la carne di renna e il pesce locale. Ho avuto la possibilità di assaggiare diversi piatti di renna, zuppe di funghi, salmone, pesce bianco locale, licheni fritti, gelato alla corteccia e tante altre prelibatezze locali.
Alle Svalbard invece ho assaggiato il salmone più buono al mondo, mentre luca ha assaggiato la balena. In Groenlandia ho invece assaggiato il bue muschiato, ma non sono riuscita ad assaggiare l’halibut, il pesce tradizionale groenlandese. Un buon motivo per tornare lassù!
In diversi paesi dell’Asia e in Messico Luca ha assaggiato piatti tradizionali e piatti a base di insetti, una prelibatezza secondo loro. In Cina ho avuto modo di appurare che la maggior parte dei piatti che si trovano nei ristoranti cinesi in Italia, laggiù non esistono. Sono stati inventati appositamente per noi occidentali, mentre quelli cinesi tradizionali sono molto più buoni. Tra i tanti piatti, ho assaggiato il riso al pollo cotto sul fuoco all’interno di una canna di bamboo e me lo sogno ancora di notte da quanto era buono. Ci siamo trovati a banchettare insieme ai locali sperduti in mezzo alla foresta thailandese, ci siamo trovati a banchettare a casa di perfetti sconosciuti in Sri Lanka o in una grotta beduina in Giordania. Abbiamo mangiato dell’ottimo street food in Messico insieme ai locali, in Cina al banchetto di una vecchietta sorpresa di vedere dei turisti, a Cuba e in tanti altri posti.
5. Un libro/film/telefilm che ti ha spinto a viaggiare in qualche parte del mondo?
Più che film, direi che mi hanno spinta a viaggiare nell’Artico i tanti documentari che ho visto sulle spedizioni polari che hanno fatto la storia, sulle varie popolazioni locali e sull’Artico in generale. Amo molto leggere anche i libri di Maggiari, ambientati maggiormente in Groenlandia, e di Robert Peroni, che a quarant’anni lasciò tutto per andare a vivere in Groenlandia dove, grazie al suo progetto della Casa Rossa, da lavoro e aiuta le popolazioni Inuit locali. Sono stata proprio in Groenlandia due anni fa, visitando Kangerlussuaq, Ilulissat e il piccolo villaggio di pescatori di Oqaatsut, ma mi piacerebbe tornarci presto per visitare la costa est, la parte più remota dell’isola proprio dove vive Peroni, e l’estremo Nord (Thule).
6. Descrivici le prime 3 parole che ti vengono in mente quando pensi a “viaggiare”.
Rispetto, per i luoghi che si desidera visitare, per la loro natura, per la fauna e per la cultura delle popolazioni che vi abitano. Conoscere culture diverse dalla propria aiuta ad aprire la mente.
Sostenibilità, bisogna sempre cercare di visitare un luogo entrando in punta di piedi, chiedendo permesso e senza lasciare traccia del proprio passaggio.
Neve e ghiaccio, ok sono due parole, ma sono gli elementi fondamentali di ogni mio viaggio. Amo il freddo, amo il paesaggio invernale completamente avvolto in un candido manto di neve fresca. Amo le mille sfumature blu del ghiaccio, amo le mille forme che assume il mare quando ghiaccia. Amo osservare questo mondo di ghiaccio, dove tutto sembra essersi fermato nel tempo.
7. Durante i tuoi viaggi, qual è stato l’aneddoto più divertente/imbarazzante/tragi- comico… insomma, quello che suscita sempre risate quando lo racconti?
Durante i miei viaggi succede sempre qualcosa di tragicomico, ne avrei tantissime da raccontare! Durante la mia ultima spedizione in Siberia ad esempio ne sono successe di tutti i colori. Durante lo spostamento da un accampamento all’altro era in corso una forte bufera di neve, talmente forte da non vedere oltre il mio naso, e ad un certo punto ci siamo accorti che la slitta con sopra i nostri zaini stava scivolando giù per la montagna da sola! Recuperata la slitta e legata in qualche modo alla slitta su cui si trovava Luca, abbiamo attraversato un fiume ghiacciato. Noi siamo passati tranquillamente e abbiamo raggiunto l’accampamento, mentre della slitta di Luca nessuna traccia. Dopo un po’ sono arrivati anche loro e ho visto Luca lavato fradicio. In poche parole mentre stavano attraversando il fiume, a causa del troppo peso dovuto alla seconda slitta, il ghiaccio ha iniziato a spaccarsi e Luca si è preso tutta l’acqua in faccia. Sembrava un piccolo ghiacciolo!
Sempre durante questa spedizione, il primo giorno siamo andati insieme ai Nenets in cima alle montagne per controllare la mandria di renne a bordo di slitte di legno trainate dalle motoslitte. Io e Luca siamo capitati sulla slitta trainata dal nonno, mentre gli altri sono capitati sulla slitta trainata da suo figlio. Sulla strada del ritorno non so quante volte il nonno si è perso su e giù per le montagne in mezzo al nulla, fino a che ad un certo punto è riuscito persino ad impantanarsi. Siamo scesi dalla slitta per aiutarlo a tirare fuori la motoslitta dalla neve e, senza preoccuparsi troppo di noi, liberata la motoslitta è ripartito in quarta. Luca è riuscito a salire al volo mentre io, immersa nella neve fino alla vita, sono stata abbandonata al mio destino! I tentativi di Luca per chiamarlo e farlo fermare sono stati vani e si è accorto della mia assenza dopo 10 minuti abbondanti. Fortunatamente poco dopo è arrivata l’altra slitta che mi ha riportata dal nonno. Sono salita sulla motoslitta insieme a lui e dopo neanche altri 10 minuti il nonno si impantanato un’altra volta, stavolta facendoci ribaltare completamente.
8. Se non ci fossero limiti di tempo e di soldi, quali sono i prossimi 3 viaggi che faresti?
Bella domanda! La mia lista dei desideri è davvero lunga e scegliere solo 3 luoghi è davvero difficile. Il cuore ovviamente mi porta sempre nel mio amato Artico, perciò ti direi sicuramente vorrei tornare in Groenlandia, come scritto sopra, per visitare la parte più isolata e remota, ovvero la costa est, e l’estremo nord insieme agli Inuit.
Mi piacerebbe visitare il Nunavut, nell’Artico canadese, dove vorrei vivere per un po’ di tempo insieme alle popolazioni Inuit locali, realizzare un reportage e portare avanti il mio progetto People of the Arctic.
Infine direi Polo Nord e Antartide, sono i miei più grandi sogni, riuscire a visitare i due poli all’estremità della Terra.
Se mi concedi un bonus, vorrei tornare anche in Siberia per vivere insieme ad altre popolazioni locali e scoprire altre culture e per visitare alcune delle isole più remote e difficilmente raggiungibili. Vivere con i Nenets è stata un’esperienza indimenticabile, difficile a livello fisico e a livello mentale, ma che ha cambiato il mio modo di vedere la vita.
9. Secondo te, cosa può fare un blogger nel suo piccolo per contribuire a rendere il nostro mondo più bello, sostenibile e rispettato?
Lassù ho avuto modo di comprendere tutta la forza della natura, che nell’Artico regna sovrana, e ho avuto la possibilità di toccare con mano in diverse occasioni i danni causati dall’inquinamento e dal riscaldamento globale. Vi sembrerà strano ma le coste delle Svalbard e della Groenlandia, ad esempio, sono raggiunte ogni giorno da una quantità enorme di rifiuti di ogni genere, specialmente di plastica. Durante le mie spedizioni alle Svalbard ad esempio ho avuto la possibilità di aiutare le guide e i volontari locali a ripulire le spiagge da questi rifiuti e non vi dico la quantità disumana che ne abbiamo trovato. Questi viaggi mi hanno fatto aprire gli occhi, mi hanno fatto realizzare che stiamo distruggendo il nostro pianeta e mi hanno fatto capire che dovevo utilizzare i miei canali e le mie conoscenze per poter fare qualcosa.
Sul blog parlo di inquinamento da plastica e di riscaldamento globale sperando di raggiungere più persone possibili, mentre nella vita di tutti i giorni ho ridotto il consumo inutile della plastica e da anni raccolgo i rifiuti ogni volta che vado al lago, in montagna o al mare e cerco di sensibilizzare le persone in questo senso. Recentemente siamo stati al Lago Bianco, in Svizzera, e durante il trekking abbiamo raccolto molte bottiglie di plastica e altri rifiuti depositatisi sulle sue rive, segno di una completa mancanza di rispetto per la natura. Ultimamente sto ricevendo tanti messaggi da chi, leggendo le mie parole sul blog o sui miei canali social, vira verso uno stile di vita più sostenibile, cerca di ridurre l’uso della plastica o anche solo mi ringrazia per quello che faccio e questo mi rende davvero felice, mi fa capire che sto seguendo la strada giusta.
Ci stiamo impegnando anche per organizzare degli eventi nella nostra zona legati all’Artico, in cui tratteremo anche e soprattutto questi argomenti. La divulgazione, sia sui social che di persona, è l’unico mezzo per poter provare a migliorare e a cambiare le cose.
10. Raccontaci del tuo viaggio più bello fatto fino a ora: facci sognare!
Anche questa è una bella domanda alla quale è difficile trovare risposta. Ne ho più di uno. Sicuramente le mie spedizioni alle Svalbard, dove mi sono spinta oltre l’80° parallelo Nord. In inverno ho percorso quasi 500 chilometri in motoslitta nel Deserto Artico, accarezzando maestosi ghiacciai e scivolando lungo infinite vallate innevate, come un puntino nero lungo le pagine vuote di un libro tutto da scrivere. In estate invece lassù ho coronato uno dei miei più grandi sogni, vedere il Re dell’Artico, l’orso polare! Ho preso parte ad una spedizione verso il punto più a Nord delle isole, ho avvistato foche, trichechi, balenottere azzurre, volpi artiche e puffin, difficili da osservare lassù. Ho navigato in fiordi meravigliosi, percorso le antiche rotte artiche dei balenieri, ho visitato vecchi avamposti della Seconda Guerra Mondiale. Alle Svalbard sono ormai di casa, così come lo sono in Lapponia, in Islanda e nell’Artico in generale.
Un altro viaggio che mi sento di includere tra i più belli è stata la mia spedizione invernale in Siberia, dove ho vissuto diversi giorni insieme ai Nenets, i nomadi allevatori di renne. Ho vissuto la loro quotidianità, sono stata accolta da due famiglie meravigliose che mi hanno resa partecipe della loro vita. Li ho osservati mentre lavorano il legno per costruire le slitte, mentre si procurano il cibo, sono andata con loro in cima agli Urali Polari per controllare la mandria di renne al pascolo. Ho osservato le donne mentre cuciono i loro abiti, mentre cucinano e mentre si prendono cura del chum. È stata un’esperienza forte, emotiva, che ha cambiato completamente il mio modo di vedere la vita. © Elisa Polini e Luca Landoni
Ringraziamo Elisa per aver condiviso con noi le sue emozioni in viaggio! Puoi trovare Un viaggio infinite emozioni anche su Instagram e sugli altri social. E, se il racconto di Elisa ti ha ispirato… dai un’occhiata ai nostri tour alle Svalbard!