Oggi siamo in compagnia di una coppia nella vita e nei viaggi: Federica e Andrea del blog Di foto e di viaggi. I ragazzi ci raccontano dell’importanza della fotografia in viaggio e poi di film, disavventure ed esperienze di viaggio uniche!
1. Ciao Federica e Andrea, e benvenuti su Touripp.it! Presentatevi brevemente ai nostri lettori.
Siamo Andrea e Federica.
Compagni di vita dal 2003 ed entrambi cremonesi d’adozione. Curiosi di natura, avidi di novità, amanti dell’arte, della fotografia (Andrea) e della lettura (Federica), la passione che ci accomuna è certamente quella per i viaggi. Possiamo tranquillamente dire di essere affetti dalla sindrome di Wanderlust. Ne siamo orgogliosi ma, soprattutto, non vogliamo essere curati!!!
Che sia un week-end lungo, o un viaggio di più settimane, un volo intercontinentale o una scorrazzata su due ruote, ogni occasione è buona per esplorare luoghi meravigliosi, scoprire nuove culture, aneddoti e curiosità.
2. Raccontateci dell’esatto momento in cui avete pensato: “apriamo un blog di viaggi”! Da quando avete Di foto e di viaggi, e cosa vi ha spinto in questo mondo?
L’idea ronzava da un bel po’ nella nostra mente, soprattutto per dare un ordine all’archivio fotografico di Andrea che stava raggiungendo dimensioni immani! Ma ogni volta tergiversavamo per mancanza di tempo e imprevisti vari.
Alla fine, nel settembre 2018 ci siamo decisi!
Essendoci resi conto che il background di viaggi collezionati iniziava ad essere consistente, abbiamo deciso di ‘cristallizzare’ i nostri ricordi. Di foto e di viaggi è quindi il bagaglio di immagini ed appunti con cui torniamo a casa. Un archivio per noi: per rileggere e ricordare con malinconica nostalgia, ma al tempo stesso uno spunto per chi, in procinto di preparare la valigia, vuole farsi ispirare.
Per Di foto e di viaggi abbiamo pensato ad un approccio emozionale. Non troverete minuziose descrizioni di luoghi, dettagliati programmi di viaggio, costi, ecc… (a tal fine guide turistiche e siti ad hoc abbondano). Gran parte dello spazio è quindi lasciato alle fotografie, mentre la sintetica parte testuale ha il solo fine di fornire informazioni essenziali. Se una località di cui parliamo attira, colpisce ed emoziona chi legge, quel qualcuno sarà poi libero di organizzare il suo viaggio nelle modalità a lui più congeniali (es. zaino in spalla ed ostello oppure business class e resort 5 stelle).

3. Il vostro blog è fortemente incentrato sulle fotografie. Che significato ha per voi la fotografia in viaggio, e quali sono i vostri segreti di travel photography?
La parte fotografica è esclusiva di Andrea. E’ lui che scatta le foto ed è sempre lui che poi le inserisce nel blog. Andrea definisce la fotografia una sorta di droga, non ne può fare a meno e per lui è impensabile partire per una qualsiasi località senza la sua Canon Eos 5D mark4 e tutta l’attrezzatura connessa. Nella scelta di una destinazione, il primo parametro che Andrea valuta è se la località designata può offrire spunti interessanti dal punto di vista fotografico. Preferisce foto panoramiche e paesaggistiche nonché ritratti di persone ma mai in posa, colte nella naturalezza gestuale della loro quotidianità. Insomma, i cosiddetti scatti “rubati”, quelle foto “psico-antropologiche” dalle quali Andrea ritiene traspaia l’anima delle persone e di un popolo, e che quindi possiedono un forte impatto emotivo.
4. Parliamo di cibo: lo considerate parte integrante del viaggio e della cultura che state visitando? Qual è il piatto più buono assaggiato in viaggio?
Certamente! Viaggiare significa entrare in contatto con un Paese, la sua popolazione e la sua cultura a 360°, e il cibo è una componente fondamentale per comprendere usi e tradizioni. E poi, diciamocelo francamente, il cibo più buono all’estero è quello locale; è inutile andare in Asia a cercare pasta e pizza per poi lamentarsi perché non sono di nostro gradimento!
Andrea ricorda ancora con l’acquolina in bocca un super pad thai mangiato in Khao San Road a Bangkok e la carne di orice in Namibia; per quanto mi riguarda, in India mi sono strafogata di palak paneer, mentre in Giordania mi sono innamorata a tal punto dell’hummus che, almeno una volta alla settimana, lo replico a casa in una versione “occidentalizzata”.
5. Un libro/film/telefilm che vi ha spinto a viaggiare in qualche parte del mondo?
Nessuno in particolare. Facciamo piuttosto il percorso a ritroso cioè, al ritorno da un viaggio, ci piace guardare i film che sono stati ambientati o girati proprio in quei luoghi appena visitati. E’ il caso di Memorie di una geisha dopo il Giappone, Tomb Raider per la Cambogia, il recentissimo Aladdin girato nel Wadi Rum e per Bali il famosissimo Mangia, prega, ama (in questo caso sia il libro che il film).

6. Descriveteci le prime 3 parole che vi vengono in mente quando pensate a “viaggiare”.
Relax. Non nel senso di spiaggia, mare e dolce far niente. Per noi il relax è viaggiare e andare alla scoperta di posti nuovi; progettare itinerari, ottimizzare i tempi, studiare le mete, ecc… è sì impegnativo e faticoso fisicamente, tuttavia, il benessere psicologico che ricaviamo ci rigenera.
Ricchezza. Da ogni viaggio si torna più ricchi: nella mente, per le nuove nozioni apprese (storia, tradizioni, religioni, monumenti etc…), ma soprattutto nell’anima e nel cuore. Quando ci si confronta con realtà spesso più disagiate e problematiche della nostra, fermarsi a riflettere e fare i conti con se stessi, è inevitabile. Certe mete – è il caso dell’India – sono esperienze che ti costringono, volente o nolente, a pensare, a riflettere, a porti delle domande per le quali non sempre troverai risposte. E infine, una volta rientrati in Italia, cominci a guardare la tua quotidianità e i problemi che avevi lasciato da un’altra prospettiva.
Apertura mentale. La conoscenza diretta di popoli e culture permette di aprire la propria mente e di non cadere vittima di facili pregiudizi.
7. Durante i vostri viaggi, qual è stato l’aneddoto più divertente/imbarazzante/tragi- comico… insomma, quello che suscita sempre risate quando lo raccontate?
In Cambogia siamo andati a visitare il villaggio galleggiante di Kampong Phluk nel lago Tonlé Sap. Per raggiungerlo abbiamo utilizzato una barca e, giunti alla meta, dal momento che la barca non poteva attraccare in un vero e proprio porto, il barcaiolo ha improvvisato una rocambolesca modalità di discesa. Ha infatti collegato la barca con la terra tramite delle travi di legno così inzuppate d’acqua da essere ormai visibilmente marce. A fare da apripista ci ha cavallerescamente pensato Andrea, le assi non hanno sorretto il suo peso e si sono spezzate. Andrea si è ferito con le schegge di legno e, sanguinante, è caduto nelle putride acque inquinate del Tonlé Sap. Dietro di lui, e ancora all’asciutto sulla barca, io ho urlato “Oddio, la macchina fotografica è salva???” prima di preoccuparmi per la sua incolumità!
Andrea invece – che dopo questo episodio si è fatto degli anticorpi imbattibili – è stato poi costantemente accudito da Samath, l’autista di tuk tuk che ci ha scortati durante l’intero viaggio. Ogni giorno, infatti, il premuroso Samath gli curava le ferite delle gambe con un “preziosissimo” unguento balsamico che scrupolosamente centellinava!

8. Se non ci fossero limiti di tempo e di soldi, quali sono i prossimi 3 viaggi che fareste?
Patagonia, ma i costi sono troppo elevati.
Bolivia, ma temiamo l’altitudine.
Iran nelle mezze stagioni (ideali per la meta); non possiamo permetterci periodi di ferie così lunghi.
9. Secondo voi, cosa può fare un blogger nel suo piccolo per contribuire a rendere il nostro mondo più bello, sostenibile e rispettato?
Semplicemente descriverlo raccontando la sua esperienza. Sta poi nella sensibilità di chi legge rendersi conto della bellezza variegata del nostro pianeta e della conseguente necessità di rispettarlo.
10. Raccontateci del vostro viaggio più bello fatto fino a ora: fateci sognare!
Senza titubanza alcuna, rispondiamo NAMIBIA!!!
E’ un viaggio che tutti, almeno una volta nella vita, dovrebbero fare. La Namibia è un Paese difficile da raccontare perché lascia sensazioni ed emozioni forti ed indelebili. La Namibia ti abitua a spazi infiniti, natura selvaggia, silenzi struggenti e strade che sembrano senza fine. E che, in fondo, rappresentano la vera essenza di questo viaggio.
Andare in Namibia non è un viaggio qualunque, men che meno una semplice vacanza. Bisogna viverla la Namibia, entrare in simbiosi con essa, riempirsi gli occhi della bellezza di questa natura selvaggia che lascia senza parole, senza fiato e meravigliarsi di fronte a scenari surreali unici al mondo che liberano la mente e penetrano nell’anima.
La Namibia è un Paese che ci ha meravigliato giorno dopo giorno, km dopo km facendo emergere, dal profondo del nostro essere, sensazioni primordiali. È un pezzo d’Africa che resterà sempre nei nostri cuori!

Ringraziamo Federica e Andrea per aver condiviso con noi le loro emozioni in viaggio! Puoi trovare Di foto e di viaggi anche su Instagram e sugli altri social. E, se il racconto di Federica e Andrea ti ha ispirato… dai un’occhiata ai nostri tour in Namibia!