Oggi conosciamo meglio Federica del blog Ti chiamo quando torno. Parliamo di blogging full time, la passione per il cibo e per la storia, i sogni di viaggio e le disavventure in Spagna!
1. Ciao Federica, e benvenuta su Touripp.it! Presentati brevemente ai nostri lettori.
Sono Federica e adoro partire. Vi ho sorpresi, vero?
Viaggiare non fa parte del mio DNA perché vengo da una famiglia di antiviaggiatori: oltre a non viaggiare, non capiscono che senso abbia farlo e ogni volta che annuncio loro una prossima partenza la reazione tipo è: “Ma perché così lontano?”
La mia curiosità per il mondo è quindi inspiegabile, come i miei capelli ricci!
Non avendo avuto l’appoggio dei genitori ho iniziato a viaggiare tardi, verso i 18 anni, e dopo una prima e inebriante esperienza nella capitale britannica non ho più potuto farne a meno.
2. Raccontaci dell’esatto momento in cui hai pensato: “apro un blog di viaggi”! Da quando hai Ti chiamo quando torno, e cosa ti ha spinto in questo mondo?
L’idea di creare un blog è nata durante un road trip in Bretagna, proprio mentre ero in auto. Avevo fatto un gran lavoro per organizzare l’itinerario, scegliere le tappe e stabilire i tempi e ne è risultato un bellissimo viaggio che non dimenticherò mai.
A darmi l’idea è stato Marco, il mio compagno, che, essendo uno sviluppatore web, è naturalmente proiettato verso il digitale.
Mi ha fatto notare che raccontare il nostro viaggio sarebbe potuto essere utile e interessante per altre persone che non hanno il tempo, la voglia o le capacità di studiare un itinerario a tavolino ma non vogliono affidarsi ai tour operator.
Ho iniziato a fantasticare ma non l’ho preso sul serio perché, essendo molto timida, l’idea di mettermi in mostra sul Word Wide Web mi sembrava assurda.
Poco dopo il nostro ritorno, alcune spiacevoli vicissitudini lavorative mi hanno spinto a lasciare il mio lavoro ed è stato allora che ho deciso di buttarmi e provare a inseguire un sogno.
E così, nel marzo 2017, è nato Ti chiamo quando torno e, da allora, è il mio piccolo mondo!

3. Qualche anno fa hai deciso di mollare tutto e iniziare a vivere scrivendo di viaggi. Com’è essere una travel blogger full time? Quali sono le maggiori soddisfazioni e le più grandi fatiche?
Bellissimo, emozionante, divertente, folle, sfidante, spaventoso e faticosissimo!
Viaggiare è sempre stata una mia passione ma farlo con un obiettivo “lavorativo” e non di puro piacere è molto diverso.
Il viaggio ha assunto un significato molto diverso rispetto a prima, tutto è studiato e più impostato e sicuramente ho perso la spontaneità di un tempo.
Ora non viaggio solo per me stessa ma anche per chi mi legge.
A fine giornata, stanca morta dopo aver girato come una trottola, quando vorrei solo buttarmi nel letto e dormire mi metto invece a rivedere le foto e a preparare i contenuti per i social che devono essere quasi in diretta e a volte mi chiedo: “Ma chi me lo fa fare?”.
La risposta è semplice: i commenti dei lettori, i messaggi di ringraziamento, le foto che ricevo. Queste sono le soddisfazioni di un blogger. Il riconoscimento del proprio lavoro è una grande spinta a continuare, in ogni professione.
Ma il lavoro del travel blogger non si esaurisce con il viaggio, sarebbe troppo bello per essere vero! Si concretizza al nostro ritorno quando raccontiamo le nostre esperienze cercando di renderle accattivanti (ma sempre sincere!). Questo implica una serie di competenze che non sono affatto banali e una grande costanza.
Insomma, bisogna far crollare l’idea che i travel blogger siano sempre in vacanza perché è una enorme balla (si può dire?).
4. Parliamo di cibo: lo consideri parte integrante del viaggio e della cultura che stai visitando? Qual è il piatto più buono assaggiato in viaggio?
Da bambina-ragazza mangiavo per nutrirmi. Raggiunti i vent’anni invece ho scoperto che il cibo è uno dei più grandi piaceri della vita e sono diventata una golosa cronica. Da allora assaggio e bevo di tutto (il mio unico e invalicabile limite sono gli insetti) e scoprire nuovi sapori mi dà una gioia indescrivibile.
“Il primo morso non si scorda mai.” Si dice così, giusto?
Il cibo è quindi una parte fondamentale dei miei viaggi e spesso scelgo alcune destinazioni proprio per poter assaggiare i prodotti della tradizione enogastronomica locale perché il cibo racconta una parte importante della storia di ogni popolo.
Recentemente sono stata a Treviso dove ho scoperto il radicchio tardivo, un prodotto che già mangiavo e che vedevo spesso dal fruttivendolo, domandandomi puntualmente per quale motivo fosse così caro. Ho imparato come nasce, come viene coltivato e lavorato, ho visto la filiera produttiva e il duro lavoro che si nasconde dietro a quei ciuffetti rossi. Ho avuto anche la risposta alla mia domanda e ora, ogni volta che lo trovo nel mio piatto, penso alle persone che lo hanno reso possibile e la trovo una cosa meravigliosa.
I vini sono un’altra grande passione e appena posso organizzo dei piccoli itinerari per scoprire le cantine e i luoghi del vino e vivere in Italia è una grande fortuna sotto questo punto di vista.
Cibo preferito… difficile dirlo, ma in questo momento mi viene l’acquolina in bocca pensando ai panini all’astice di cui ho quasi fatto indigestione in Nuova Scozia!

5. Un libro/film/telefilm che ti ha spinto a viaggiare in qualche parte del mondo?
Stranamente non sono una divoratrice di libri di viaggio e nemmeno di film. Ho invece sempre amato i documentari che hanno alimentato quella curiosità verso il mondo di cui parlavo prima. Prima o poi spero di riuscire a vedere con i miei occhi i posti spettacolari di cui parlano in modo da poter fare il confronto!
Un’altra cosa che mi spinge a viaggiare è la storia. A scuola ho studiato poco la storia moderna che invece mi appassiona moltissimo e per questo ogni tanto leggo dei libri per colmare le mie lacune e, viaggio dopo viaggio, mi piace visitare i luoghi in cui si svolti gli avvenimenti chiave che hanno contribuito a creare il nostro presente.
6. Durante i tuoi viaggi, qual è stato l’aneddoto più divertente/imbarazzante/tragi- comico… insomma, quello che suscita sempre risate quando lo racconti?
La maggior parte delle disavventure che mi vengono in mente riguardano la salute: io e il mio compagno riusciamo ad ammalarci sempre quando siamo via e più volte ci è toccato anche interrompere il viaggio, una cosa che mi fa impazzire!
Di tragicomico invece ricordo la volta che a Granada sono rimasta senza un centesimo in tasca!
Avevo finito i contanti e al mattino, sulla strada per l’Alhambra, mi sono fermata a tutti gli sportelli ATM che ho incontrato per prelevare, ma ogni volta mi veniva annullata l’operazione e non ne capivo la ragione.
Giunti alla biglietteria ci mettiamo in coda (ai tempi “l’online” esisteva solo nei film di fantascienza) rimanendo per due ore sotto il sole cocente, con una temperatura di 38°. Io avevo una sete pazzesca ma non avevo i soldi per comprare dell’acqua e all’improvviso, completamente disidratata, svengo, cadendo a terra come una pera cotta. Mi sono svegliata grazie agli scossoni del mio ex ragazzo, con cui viaggiavo, e di due turisti italiani in fila accanto a noi che, impietositi, mi hanno offerto un sorso della loro acqua.
Una volta entrati, durante il giro, mi fermavo ad ogni chiosco per comprare dell’acqua ma nessuno accettava il pagamento con carta di credito; chiedevo un bicchiere d’acqua sfuso ma la risposta era sempre quella: “Solo bottiglie”.
Alle tre del pomeriggio troviamo un ristorante, mangiamo e, potendo pagare con la carta riesco a bere. È stato un vero incubo!
Rientrando in hotel riprovo il prelievo all’ennesimo bancomat e questa volta leggo il messaggio di errore: stavo prelevando 400.000 lire e il limite giornaliero era di 250.000 lire! Ripensandoci mi viene da ridere ma mi sarei presa a sberle per essere stata così sbadata…

7. Se non ci fossero limiti di tempo e di soldi, quali sono i prossimi 3 viaggi che faresti?
Innanzitutto Sudafrica e Namibia: sono il mio sogno sin da quando ero al liceo e ho chiesto quel viaggio anche come regalo di laurea ma non sapevo con chi andarci!
Poi l’America, e con “America” intendo l’intero continente, da nord a sud.
E infine la nostra Europa, così vicina e così ricca di posti, culture e una storia straordinaria. Un lungo road trip sarebbe un sogno!
8. Secondo te, cosa può fare un blogger nel suo piccolo per contribuire a rendere il nostro mondo più bello, sostenibile e rispettato?
Viaggiare in modo responsabile è fondamentale e, nonostante se ne parli in continuazione, vedo una dilagante mancanza di rispetto verso tutto ciò che ci circonda.
Sarò sincera: non faccio grandi gesti, mi limito a quelli piccoli che però ritengo comunque molto importanti. Non butto rifiuti, anche piccoli, per terra, non do da mangiare ai pesci ed evito foto con le stelle marine (essendo una sub sono particolarmente sensibile al tema).
Con questa dilagante fregola di fare foto acchiappalike, viaggiando assisto a delle scene davvero assurde che denotano una totale mancanza di rispetto e mi rendo conto di quanto la gente predichi bene ma razzoli malissimo!
Quindi io evito di predicare e cerco di camminare nel mondo con passi leggeri!
9. Raccontaci del tuo viaggio più bello fatto fino a ora: facci sognare!
Non sono brava a fare classifiche perché ho amato tutti i luoghi che ho visitato e metterli in competizione mi sembra ingiusto però il road trip tra Nuova Scozia e Isola del Principe Edoardo mi è rimasto nel cuore.
Si tratta di un fazzoletto di terra rispetto alla vastità del Canada, in cui mancano i laghi azzurrissimi e gli immensi parchi che tutti associano a questa nazione, ma sono paesi molto autentici e genuini.
Destinazioni con una storia coinvolgente, luoghi incantevoli e ancora poco battuti (le foto sono tutte scattate lì) che è stato entusiasmante scoprire senza l’influenza delle impressioni e delle immagini di chi ci è già stato. Ogni giorno era un regalo da scartare con trepidazione.
In un periodo in cui molte destinazioni stanno prendendo provvedimenti per arginare le ondate di turismo, lì, ogni qualvolta capivano la nostra provenienza, venivamo ringraziati per aver fatto un viaggio così lungo per scoprire la loro terra, noi italiani che viviamo in un paese così eccezionale!
Non avevo mai provato un tale senso di gratitudine nei nostri confronti ed è ciò che ricorderò per sempre di questo viaggio.

Ringraziamo Federica per aver condiviso con noi le sue emozioni in viaggio! Puoi trovare Ti chiamo quando torno anche su Instagram e sugli altri social. E, se il racconto di Federica ti ha ispirato… dai un’occhiata ai nostri tour in Canada!