Today’s blogger: Mariarita di 24 Hours Trotter

30 Aprile 2020by Touripp0

Oggi siamo in compagnia di Mariarita del blog 24 Hours Trotter. Parliamo dell’importanza del cibo in viaggio, della paura di volare, di sogni e di una capitale europea forse troppo sottovalutata.

1. Ciao Mariarita, e benvenuta su Touripp.it! Presentati brevemente ai nostri lettori.

Ciao a tutti, sono Mariarita, sui social “24HoursTrotter”.

Ho 27 anni, una laurea in economia ed una smisurata passione per viaggi, scrittura e fotografia. Attualmente lavoro (per fortuna) proprio nel settore del turismo, mi occupo di content editing per una grande OTA (Online Travel Agency) nata negli USA nel 1996. Nel tempo libero amo leggere, curiosare sui social e ovviamente viaggiare. 

2. Raccontaci dell’esatto momento in cui hai pensato: “apro un blog di viaggi”! Da quando hai 24 Hours Trotter, e cosa ti ha spinto in questo mondo?

Il blog è nato un po’ per caso e un po’ per gioco, ormai 6 anni fa, quando ero ancora all’università. Avevo bisogno di uno spazio in cui raccontare e raccontarmi, ma ha poi subito una battuta di arresto nel corso del tempo perché mi sono dedicata ad altri progetti. Ho collaborato per più di due anni con un magazine online che tratta di arte, cultura, cibo, viaggi e questo ha portato via non poco tempo al mio progetto.

Tuttavia, proprio lo scorso anno, ho deciso di riprenderlo in mano. È allora che è diventato “24HoursTrotter”, con una filosofia (chiamiamola così) un pochino più delineata. Ho scelto questo nome perché il tempo per viaggiare è sempre meno, ma non riesco a rinunciarvi, anche se si tratta di allontanarsi per un breve weekend toccata e fuga in una capitale europea, o per meno di 24 ore in una località non troppo distante da Roma, dove attualmente vivo.

Mariarita
© 24hourstrotter.com

3. Nel tuo blog affermi che la globalizzazione sia positiva per la nostra generazione: in che senso lo dici?

Credo sia uno dei valori più belli del nostro tempo. Certo, avrà i suoi lati negativi, ma fino a 15-20 anni fa era impensabile spostarsi da un Paese all’altro con questa facilità e a questi costi, era persino molto più difficile comunicare con i nostri coetanei (vuoi per barriere linguistiche, vuoi per barriere culturali). Oggi, invece, possiamo sentirci a casa in qualsiasi parte del mondo, quando vogliamo e con chi vogliamo.

4. Parliamo di cibo: lo consideri parte integrante del viaggio e della cultura che stai visitando? Qual è il piatto più buono assaggiato in viaggio?

Credo che il cibo sia una parte realmente fondamentale. Per me, in alcuni casi, costituisce proprio il motivo principale del viaggio.

Nel magazine con cui collaboravo, scrivevo soprattutto di cibo e passavo buona parte del mio tempo a scovare locali, piatti particolari, compatibili con la mia celiachia, e devo dire che non sono mai rimasta delusa da nessuna cucina.

Di piatti buoni ne ho assaggiati tanti, troppi, ma ne citerò in questa sede solo due, uno dolce ed uno salato.

Nel primo caso, i pasteis de nata comprati a Lisbona, pasticcini di pasta sfoglia ripieni di crema; per quanto riguarda il salato, la purea di fava  mangiata a Santorini. Si tratta di una crema di piselli gialli diffusi nelle Cicladi. Per fortuna, qui a Roma c’è un ristorante greco buonissimo dove vado ogni volta che sento nostalgia di quei sapori Mediterranei, a dir la verità nemmeno troppo distanti dai nostri.

24 Hours Trotter
© 24hourstrotter.com

5. Un libro/film/telefilm che ti ha spinto a viaggiare in qualche parte del mondo?

Non ce n’è uno in particolare, a dir la verità spesso mi capita di pensare ad una meta e documentarmi di conseguenza con libri e film che raccontano di quei luoghi.

Oppure, mi capita di visitare una città e poi casualmente di leggere un libro che parla di quei luoghi che ho visto; inizio allora ad immaginarli con occhi diversi e mi viene voglia di tornarci. Mi è capitato con New York mentre leggevo “Un albero cresce a Brooklyn” di Betty Smith (uno dei miei libri preferiti, di quelli con cui piangi tutto il tempo).

6. Descrivici le prime 3 parole che ti vengono in mente quando pensi a “viaggiare”.

Libertà, spensieratezza, arricchimento culturale.

7. Durante i tuoi viaggi, qual è stato l’aneddoto più divertente/imbarazzante/tragi-comico… insomma, quello che suscita sempre risate quando lo racconti?

Mi vengono in mente le risate con le mie amiche quando ripensiamo ai nostri primi viaggi da sole, all’estero. Il nostro unico obiettivo era quello di risparmiare per poterne fare altri di lì a breve. Siamo state spesso a Londra, ma ogni volta non avevamo neanche i soldi per fare colazione (ci accontentavamo di uno spuntino dal benzinaio vicino il budget hotel a Peckham per poi riprendere a marciare). Oggi, crescendo, mi rendo conto che invece il mangiar bene debba essere necessariamente parte integrante del viaggio.

Mi viene in mente anche la mia faccia ogni volta che prendo un aereo. Ahimé, nonostante questa grande passione, ho una terribile paura di volare. Se potessi usare il teletrasporto eviterei di sbiancare ad ogni turbolenza o vuoto d’aria, per poi riprendere colore solo una volta atterrati.

8. Se non ci fossero limiti di tempo e di soldi, quali sono i prossimi 3 viaggi che faresti?

Se non ci fossero limiti di tempo, di sicuro sceglierei di vagare almeno tre mesi per l’estremo Oriente.

I viaggi nel cassetto per questo 2020, invece, sono mete un pochino meno impegnative e meno lontane.

L’Islanda, la Giordania ed il Marocco.

24 Hours Trotter
© 24hourstrotter.com

9. Secondo te, cosa può fare un blogger nel suo piccolo per contribuire a rendere il nostro mondo più bello, sostenibile e rispettato?

Credo che oggi ci siano molti travel blogger che sappiano fare bene la loro professione (ormai lo è a tutti gli effetti). Molti collaborano con gli enti territoriali e riescono a dare un certo valore a determinate zone, anche meno conosciute, raccontandone tradizioni, cultura, bellezza. Con così poco, si riesce ad “influenzare” talvolta una platea di utenti più o meno ampia, e questo può contribuire al rafforzamento dell’immagine di un’area, che può beneficiarne a tutti gli effetti.

Per la sostenibilità ed il rispetto, ahimè, oggi bisogna fare i conti con i molti errori del passato, che non dipendono per forza esclusivamente dall’inciviltà dilagante delle popolazioni, ma da decisioni politiche troppo superficiali. Quindi, c’è da fare molto, e mi auguro che i travel blogger possano nel loro piccolo contribuire attraverso campagne a favore del rispetto dell’ambiente, della natura e del territorio. Se continueremo a fregarcene, nei prossimi 30-40 anni, probabilmente di posti belli e incontaminati ce ne saranno sempre meno.

10. Raccontaci del tuo viaggio più bello fatto fino a ora: facci sognare!

Sono banale se ti dico che non c’è ancora, tra quelli che ho fatto, un viaggio che non possa definire bello? Ogni luogo mi ha lasciato qualcosa, e credo che sarà così anche per i prossimi. Però, se proprio ne devo scegliere uno, ti dico Atene.

Atene perché è una città che ti lascia senza fiato nonostante i suoi problemi ben visibili ed è una meta che non ha ancora molto appeal tra i turisti.

Dico questo perché anche tra i miei coetanei non suscita molto entusiasmo, e per me questo è davvero incomprensibile. Sia perché ad Atene si respira la storia in ogni angolo, si va alla scoperta delle proprie radici, sia perché ci sono degli scorci mozzafiato e si mangia divinamente. La considero una sorta di ponte tra Europa e Medio Oriente, nella cultura e nei paesaggi. E la cosa ancora più bella è che è davvero super economica, alla portata di tutti.

Spero di avervi convinti! 🙂

Mariarita ad Atene
© 24hourstrotter.com

Ringraziamo Mariarita per aver condiviso con noi le sue emozioni in viaggio! Puoi trovare 24 Hours Trotter anche su Instagram e sugli altri social. E, se il racconto di Mariarita ti ha ispirato… dai un’occhiata ai nostri tour in Grecia

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