Oggi conosciamo meglio Martina del blog Martinaway. Con lei parliamo di New York e Giappone, “giovani imprenditori” un po’ particolari e i sogni di viaggio più belli.
1. Ciao Martina, e benvenuta su Touripp.it! Presentati brevemente ai nostri lettori.
Ciao, grazie per avermi accolta in questo spazio virtuale! Non sono mai stata brava a presentarmi, ma forse la cosa più sensata è andare con ordine e seguire le tappe che mi hanno portata dove sono ora: nata nel 1992, travel blogger dal 2013, laureata in giornalismo dal 2016 e creatrice di contenuti freelance dal 2018. Mi reputo una persona creativa, amo viaggiare, scrivere e fotografare, ma anche leggere e guardare serie tv (soprattutto nei giorni più pigri).
2. Raccontaci dell’esatto momento in cui hai pensato: “apro un blog di viaggi”! Da quando hai Martinaway, e cosa ti ha spinto in questo mondo?
Martinaway è nato nel 2013, quando ero a pochi mesi dalla fine della triennale in Lingue e culture per l’editoria. In quel momento si sono unite due cose: la ricerca di un lavoro e il mio diario di viaggio che rischiava di scoppiare da un momento all’altro per tutte le foto e le cartoline al suo interno.
Ho sempre sognato di scrivere per vivere, specialmente di viaggi, ma quando ho iniziato a cercare anche un semplice tirocinio le cose si sono rivelate più complicate del previsto. Da un lato capii che il mio curriculum aveva bisogno di essere affiancato da un progetto concreto che potesse dimostrare le mie capacità, dall’altro mi serviva un diario che non esplodesse e non pesasse dieci chili. Un blog di viaggi mi è sembrato una soluzione per entrambi i problemi.

3. Sul tuo blog hai una sezione dedicata a foto e video: come è nata la tua passione per la fotografia?
Mio nonno era fotografo e in casa non è mai mancata una macchina fotografica: da quelle a rullino fino alle prime digitali. Vedere lui e i miei genitori con la macchina o la cinepresa tra le mani, soprattutto durante i viaggi, mi ha avvicinato a quel mondo e ne sono rimasta affascinata fin da subito. Penso spesso che se mio padre fosse nato negli anni Duemila probabilmente avrebbe fatto lo YouTuber, perché in viaggio, quando ero piccola, aveva sempre in mano la videocamera: un vero vlogger.
4. Parliamo di cibo: lo consideri parte integrante del viaggio e della cultura che stai visitando? Qual è il piatto più buono assaggiato in viaggio?
È assolutamente una parte integrante del viaggio: un luogo lo si può e lo si deve scoprire anche a tavola, attraverso i suoi sapori. Non farlo significa perdersi una parte preziosissima dell’esperienza. Di piatti buoni ne ho assaggiati tanti, soprattutto in Giappone, ma forse il primo della lista è un ramen mangiato a Osaka. Tornerei lì solo per quello.

5. Un libro/film/telefilm che ti ha spinto a viaggiare in qualche parte del mondo?
Nessuno in particolare, ma forse i film ambientati a New York, tutti insieme, hanno fatto crescere in me l’amore per quella città. Credo che ognuno abbia un suo posto del mondo, una sorta di anima gemella geografica: New York è la mia.
6. Descrivici le prime 3 parole che ti vengono in mente quando pensi a “viaggiare”.
Curiosità, perché credo stia alla base del viaggio.
Scoprire, perché è lo scopo del viaggio.
Camminare, perché un mio viaggio non è completo senza decine di chilometri macinati ogni giorno.
7. Durante i tuoi viaggi, qual è stato l’aneddoto più divertente/imbarazzante/tragi- comico… insomma, quello che suscita sempre risate quando lo racconti?
Ricordo un viaggio veramente assurdo dall’inizio alla fine, ma non dirò quale, solo che ero con alcuni amici e che eravamo all’estero. Per l’intera esperienza siamo stati seguiti da persone del posto e una di queste, che aveva il compito di accompagnarci da una tappa all’altra, prima si è persa tra le montagne allungando la strada di più di due ore al grido di “prendiamo una scorciatoia, fidatevi!” e poi, quando ormai si avvicinava la mezzanotte, ci ha portati a vedere un piccolo laboratorio dove un giovane imprenditore, perché non saprei come altro chiamarlo, preparava del burro molto particolare.
Il problema è che non solo era mezzanotte, ma il tizio non era nemmeno stato avvisato e noi siamo arrivati puntandogli i fari dell’auto sul viso, in stile poliziesco, mentre lui era in pausa: una “sigaretta” in una mano e un bicchiere di grappa nell’altra. L’uomo, tutt’altro che lucido, ci ha fatto fare un giro velocissimo del laboratorio (durante il quale non abbiamo capito assolutamente nulla) e dopo un minuto, forse due, ci ha fatto sedere all’aperto offrendoci un bicchierino. Al momento ci sembrò l’inizio di un film horror di dubbio gusto, ma ora ridiamo ogni volta che ci torna in mente.

8. Se non ci fossero limiti di tempo e di soldi, quali sono i prossimi 3 viaggi che faresti?
Potrei fare una lista infinita, ma sul podio c’è il continente americano. Al primo posto forse il Sud America, partendo dall’Argentina, magari con lo zaino in spalla. Al secondo posto la Route 66, negli Stati Uniti. Al terzo il Canada, tutta natura.
9. Secondo te, cosa può fare un blogger nel suo piccolo per contribuire a rendere il nostro mondo più bello, sostenibile e rispettato?
Sicuramente dare il buon esempio mentre viaggia, a partire dalle piccole cose come il non fotografare un quadro se c’è scritto di non farlo, fino a quelle più grandi, come rispettare la natura in ogni sua forma. Anche un blogger piccolino (ma in realtà chiunque condivida qualcosa online) deve ricordarsi che ci sono 7 miliardi di persone al mondo e anche solo una o due potrebbero volerlo imitare, nel bene e nel male. Dare il buon esempio è alla base di tutto.
10. Raccontaci del tuo viaggio più bello fatto fino a ora: facci sognare!
Sicuramente quello a New York nel 2014. Più che un viaggio è stato un sogno diventato realtà. È l’unica volta che mi sono commossa vedendo una città e salutandola prima di andare in aeroporto. Ci sono stata per una sola settimana, ma ho visto e vissuto mille esperienze e mille sensazioni diverse. Ci tornerei subito se potessi.

Ringraziamo Martina per aver condiviso con noi le sue emozioni in viaggio! Puoi trovare Martinaway anche su Instagram e sugli altri social. E, se il racconto di Martina ti ha ispirato… dai un’occhiata ai nostri tour a New York!