Oggi siamo in compagnia di Virginia e Leonardo, coppia nella vita e nei viaggi… ma anche fondatori del blog Travel Gudu! Facciamo due chiacchiere con loro per scoprire aneddoti, emozioni e ricordi legati ai loro viaggi.
1. Ciao Virginia e Leonardo e benvenuti su Touripp.it! Presentatevi brevemente ai nostri lettori.
Siamo in due e siamo affini. Entrambi affetti dalla famigerata Wanderlust syndrome. Entrambi affamati di mondo e di viaggi. Per me [Virginia], tutto è iniziato (forse) con una tazza di tè rovesciata da bambina su un aereo per la Sardegna. Per lui, tutto è iniziato quando me lo sono trascinato accanto in mezzo alla sabbia rossa del Namib. Il viaggio è un germe che hai dentro e che cresce se riceve un raggio, una goccia, una molecola di ossigeno. Siamo in due e siamo affini. Siamo viaggiatori, diversi e complementari. Io, curiosa affamata instancabile imprudente. Lui, amichevole aperto ricettivo razionale. E poi ci mescoliamo e io sono cervello e socialità e lui istinto e slancio. Viaggiamo gudu, che è il nostro modo di essere noi nel mondo. Ci piace l’avventura ma non essere incauti. Viaggiamo on the road ma senza essere backpackers. Siamo famelici, insaziabili: già sulla via del ritorno, la mente ricade nel vortice della prossima meta da scegliere, del prossimo angolo di globo da esplorare.
2. Raccontateci dell’esatto momento in cui avete pensato: “apriamo un blog di viaggi”! Da quando ce l’avete, e cosa vi ha spinto in questo mondo?
Da quando abbiamo iniziato a viaggiare, raccontarci a vicenda i nostri viaggi è sempre stato il nostro passatempo preferito. Ne parlavamo di continuo senza mai stancarci. Il blog Travel Gudu è nato come una sorta di estensione del nostro piacere di rivivere i nostri viaggi. Un anno fa circa, poi, abbiamo vinto il secondo premio nella categoria Blog dei Momondo Open World Awards: abbiamo iniziato a pensare che il blog potesse essere un punto di contatto con altri viaggiatori, effettivi o putativi. Abbiamo preso la cosa più seriamente, affiancando al blog un canale Youtube e mantenendo una cadenza di pubblicazione settimanale.
3. Nel vostro blog, parlate del viaggio come “una religione, una malattia e una cura”: cosa intendete?
Il viaggio è una malattia: la voglia di prendere e partire è come un virus che poco alla volta infetta ogni cellula. Ma il viaggio è anche una cura, LA cura: partire fa guarire immediatamente dalla Wanderlust Syndrome e da ogni atro male (la gastrite delle riunioni con il capo, l’emicrania delle notti di guardia insonni…). Il viaggio, infine e soprattutto, è una religione: riempie, totalizza, annulla. Il viaggio ha i suoi riti, la sua “sacralità”. È una chiave di lettura della realtà. Viaggiare apre la mente ed il cuore, favorisce la crescita personale e spiana la strada ad una nuova consapevolezza di sé stessi e degli altri.
4. Parliamo di cibo: lo considerate parte integrante del viaggio e della cultura che state visitando? Qual è il piatto più buono assaggiato in viaggio?
Assolutamente sì! Per noi non solo il cibo ma anche le bevande tipiche sono parte integrante di ogni viaggio. Mangiare e bere sono un modo piuttosto immediato di avvicinarsi alla cultura di un popolo, soprattutto se molto differente dalla nostra. Spesso il cibo abbatte anche le barriere con le persone. Ci piace così tanto provare sapori nuovi che abbiamo una rubrica dedicata ai “Luoghi da bere” che troviamo nel mondo.
Il piatto più buono mai mangiato in viaggio è stato l’hanami okonomiyaki, un okonomiyaki preparato secondo la ricetta dello chef in un piccolo locale di Kyoto.
5. Un libro/film/telefilm che vi ha spinto a viaggiare in qualche parte del mondo?
I sogni segreti di Walter Mitty. Non è che ci abbia ispirato una destinazione, a dire il vero, ma ispira alla scoperta, al viaggio, alla curiosità. Lo guardiamo quando abbiamo nostalgia del viaggio e della sensazione di meraviglia e avventura che regala.
6. Descriveteci le prime 3 parole che vi vengono in mente quando pensate a “viaggiare”.
Avventura. Scoperta. Crescita.
7. Durante i vostri viaggi, qual è stato l’aneddoto più divertente/imbarazzante/tragicomico…insomma, quello che suscita sempre risate quando lo raccontate?
Cina, regione del Guanxi, nel Sud del Paese. Siamo nel paesino di Xing Ping, un angolo dimenticato di Cina. In una piccola bottega, una vecchina vende teiere (e non mastica neppure mezza parola di inglese). Vorremmo acquistarne una, ma ci rendiamo conto di non avere con noi abbastanza yuan. A quel punto, vengono chiamati i rinforzi. Viene interpellato il proprietario del negozio di fronte: neppure lui parla (né capisce) una sola parola di inglese, ma è pieno di buona volontà e vuole che la vecchina venda la sua teiera. Così, senza aver tempo di ribattere, carica Leo sulla sua motoretta e lo scarrozza in giro per il paesino alla ricerca di un terminale per la carta di credito (inesistente) o di una banca (esistente, ma priva di personale parlante inglese, di terminale funzionante e pure del cambio valuta). Nel frattempo, io resto al negozio con la vecchina, ci lanciamo sguardi e a gesti mi racconta che sua nipote parla un po’ inglese e sa usare lo smartphone. Dopo un tempo difficile da quantificare ma davvero lunghissimo, Leo torna incolume dalla gita in motoretta senza aver cavato un ragno dal buco (com’era prevedibile!). Alla fine diamo loro tutti gli yuan che ci restano e qualche euro per far quadrare i conti e ce ne andiamo tra sorrisi e gentilezza. La vecchina ci ha anche regalato delle rose secche per infusi.
8. Se non ci fossero limiti di tempo e di soldi, quali sono i prossimi 3 viaggi che fareste?
Patagonia, per rotolare verso Sud fino a raggiugnere la Fin Del Mundo. Put Foot Rally, un’impresa epica in fuoristrada nella savana. Mongolia, alla scoperta del deserto del Gobi con i popoli nomadi.
9. Secondo voi, cosa può fare un blogger nel suo piccolo per contribuire a rendere il nostro mondo più bello, sostenibile e rispettato?
Raccontare esperienze di viaggio vissute in prima persona, secondo noi, può contribuire a comunicare quanto è bella la diversità in un mondo che ci vorrebbe tutti uguali. Inoltre, scoprire la bellezza e la vulnerabilità della natura dovrebbe insegnare a rispettarla comportandosi in maniera responsabile ogni giorno – è questo che cerchiamo di comunicare ai nostri lettori.
10. Raccontateci del vostro viaggio più bello fatto fino a ora: fateci sognare!
Le Isole Svalbard, in motoslitta, in inverno: un viaggio indimenticabile, “epico”, emozionante. Abbiamo attraversato il deserto artico dove il bianco della neve si perde nei colori pastello della continua aurora dei primi di marzo. Abbiamo vissuto per una manciata di giorni nella cittadina abitata più a Nord dell’intero globo e conosciuto persone incredibili con cui sentirsi una famiglia improvvisata di avventurieri. Abbiamo scrutato il ghiaccio alla ricerca degli orsi polari. E abbiamo trattenuto il fiato con lo sguardo buttato all’insù, rapiti dalla meraviglia indescrivibile dell’aurora boreale. Sì, questo è stato (finora) il nostro viaggio più sorprendente.
Ringraziamo Virginia e Leonardo per aver condiviso con noi le loro emozioni in viaggio! Puoi trovare Travel Gudu, anche sui social, come Instagram. E, se il racconto di Virginia e Leonardo ti ha ispirato… dai un’occhiata ai nostri tour alle Isole Svalbard!